Circa un anno fa sono stata contattata da Giulia Lupi, studentessa in comunicazione professionale e multimedialità presso l’Università degli Studi di Pavia, che era alle prese con la redazione della tesi finale proprio sul tema della comunicazione in emergenza sui social durante il terremoto che ha colpito il Centro Italia. Da qui è nato un intenso scambio di email sull’argomento, indicazioni e consigli (spero) utili. Per questo motivo, raggiunto l’obiettivo con il massimo dei voti, ho ri-contattato Giulia e le ho proposto questa intervista.
Il tuo progetto di tesi è dedicato alla comunicazione del terremoto del Centro Italia, come è nata questa scelta? Come ti sei avvicinata al tema della comunicazione in emergenza?
La scelta del mio progetto di tesi è nata per diverse ragioni: prima fra tutte la vicinanza al luogo dell’accaduto e anche per il fatto di aver vissuto, seppur in maniera lieve, le scosse nella mia abitazione vicino Rieti. Il secondo motivo è legato al mio percorso universitario a Pavia poiché non tutti erano a conoscenza di alcuni dettagli interni e il mio obiettivo è stato proprio quello di far arrivare diversi concetti anche a persone ignare dell’evento.
I mass media e i social network sono cruciali durante le emergenze con ruoli e attività differenti, in merito al terremoto di Amatrice che differenze hai individuato durante la tua analisi?
Per Amatrice c’è stato un mix di mezzi comunicativi: il Sindaco lanciò il primo messaggio a Radio 1, in seguito chiedeva l’intervento dei mezzi di soccorso ai microfoni di Sky Tg 24 e poi il passaparola di gente comune tra Facebook e Twitter: questa è stata la comunicazione d’emergenza di Amatrice. L’analisi che ho evidenziato è stata soprattutto in merito a due eventi: il terremoto de L’Aquila del 2009 che si è distinto per la presenza in maggioranza di notizie prodotte dalla Tv e le prime forme di Gruppi Facebook sul tema e il sisma del 2012 di Reggio Emilia dove Twitter è stato il protagonista per eccellenza.
Un giornale online come può prepararsi alla comunicazione di una emergenza?
Credo che le testate online, tra cui “Rieti Life” che ho scelto per la mia analisi, possano in qualche maniera aiutare con la gestione delle richieste di aiuto e la diffusione delle informazioni che spesso i mezzi di informazione più tradizionali non riescono a divulgare per la quantità ridotta di tempo a disposizione per la messa in onda del tg. Oltre a questo possono facilitare i passaggi di informazione poiché avviene un controllo più frequente ed attento di quello che viene messo in rete.
E i cittadini invece? Cosa si aspettano da tutto questo processo?
I cittadini, vivendo molto sui social, si aspettano notizie veritiere e di facile comprensione su questi canali di comunicazione. Purtroppo però resta ancora alto il rischio di cadere nelle cosiddette “fake news” da cui ci possiamo difendere con un uso sempre più consapevole di queste piattaforme.
Ancora complimenti per il risultato raggiunto! Per il futuro che progetti hai? Ti piacerebbe continuare ad approfondire questo tema?
Grazie per i tanti complimenti Chiara. Il mio progetto è stato possibile soprattutto grazie a voi! Fonti sempre pronte a fornire consigli, contatti e materiali. Ad oggi vorrei sicuramente approfondire ancora di più alcuni concetti perché il tema della comunicazione in emergenza così centrale oggi in seguito a questi eventi calamitosi continuerà ad essere al centro del dibattito ancora per un bel po’. Per tutti questi motivi sto cercando uno stage post laurea, anche sulla scia del mio progetto di tesi, per concretizzare quello che ho analizzato in questi mesi, per capire come poter lavorare e cosa poter fare.
Nella sezione download, accessibile direttamente da questo link, dopo esservi registrati, potete leggere, consultare e scaricare la tesi di laurea di Giulia Lupi