Dopo Germania e Francia anche l’Italia, nel pomeriggio di lunedì 15 marzo, ha sospeso in via precauzionale e temporanea la somministrazione del vaccino AstraZeneca alla popolazione dopo le segnalazioni di casi sospetti di trombosi, di cui sono in corso le verifiche.

La decisione è stata diffusa dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, attraverso un breve comunicato stampa. In queste poche righe non vengono illustrate le motivazioni scientifiche alla base ma che la decisione, assunta da Aifa dopo un colloquio con Draghi e Speranza, è in linea con i provvedimenti adottati da altri Paesi europei (quindi una motivazione più politica) e che in seguito verranno fornite maggiori informazioni sulla vaccinazione e sul completamento del ciclo per chi ha già ricevuto la prima dose. Nonostante gli inviti dell’Ema e dell’Oms a proseguire nella vaccinazione con AstraZeneca.


A questo comunicato è seguito un brevissimo tweet sulla sospensione pubblicato sul profilo ufficiale di Aifa, senza nessun collegamento al comunicato o ad una sezione dedicata sul sito web dove si danno queste maggiori informazioni per chi ha fatto il vaccino o è in attesa, e che a causa dell’alto traffico è stato anche difficilmente accessibile per buona parte del pomeriggio.


Questa sospensione è arrivata come un fulmine durante lo svolgimento delle vaccinazioni, i centri vaccinali sono stati chiusi e le persone mandate a casa con pochissime spiegazioni mentre erano in fila per il vaccino, con appuntamenti disdetti e in una situazione di estrema paura dopo aver avuto la prima dose. Solo il giorno precedente Aifa aveva diffuso un comunicato stampa, in totale contraddizione con questa decisione, sull’ingiustificato allarme sulla sicurezza del vaccino, che non ci sono nessi di causalità e che è importante aderire alla campagna vaccinale.


In questo contesto comunicativo già caotico si è aggiunto il falso comunicato dell’Aifa sulla sospensione del vaccino AstraZeneca che è stato bloccato dalla Polizia Postale nella mattina di lunedì. Questo il testo del comunicato rimasto online per un po’ di tempo dopo la comunicazione dell’Aifa, anche sul sito del Governo: “La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha segnalato che sta circolando su internet un falso comunicato dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel quale viene fatto divieto di utilizzo di diversi lotti di vaccino AstraZeneca contro il Covid19. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha smentito la notizia, ribadendo che l’unico lotto di vaccino AstraZeneca oggetto del divieto d’uso sul territorio nazionale è il numero ABV2856.” Dopo l’annuncio di Aifa si sono rincorsi tweet e messaggi degli utenti sui social per distinguere queste due vicende che in un primo momento sono state confuse e correlate.

È passato un anno dallo scoppio della pandemia in Italia e dal primo lockdown dove è prevalsa l’infodemia e una comunicazione istituzionale impreparata e non governata e oggi ci ritroviamo di fronte, nuovamente, ad una importante crisi comunicativa dove emerge che non abbiamo imparato nulla. Sono cambiate le persone alla guida del Paese ma la comunicazione è la stessa a cui si aggiunge l’assenza delle dirette Facebook o di una conferenza stampa che sarebbe stata fondamentale in questo momento per spiegare quello che sta succedendo, i motivi dietro questa decisione e mostrare vicinanza al Paese.

Questa vicenda fatta di annunci e controannunci è andata ad inserirsi in un quadro comunicativo e di gestione dell’emergenza già delicato. Abbiamo criticato e incolpato per alcuni giorni le testate giornalistiche per l’allarmismo creato sul ritiro del lotto di AstraZeneca, per i titoli da clickbait e il dare per scontato la correlazione tra le morti e il vaccino ad indagini e verifiche ancora in corso, contro ogni regola deontologica. Tutto questo è stato aggravato da un silenzio istituzionale. L’assenza di un punto di riferimento ha fatto sì che le persone riversassero le loro paure e insicurezze nelle pagine social delle aziende sanitarie o dei comuni, primo punto di contatto con i cittadini, che si trovano a gestire una comunicazione caduta dall’alto, senza le informazioni necessarie per governarla.

Tutto questo ha e avrà un impatto devastante sulla campagna vaccinale, che saremo in grado di valutare prossimamente. Dopo i ritardi sulle forniture e le polemiche sulle dosi sprecate (problema che speriamo si risolva con il provvedimento del generale Figliuolo per la creazione di liste di attesa per somministrare le dosi residue ai soggetti disponibili), questo rappresenta un ulteriore e pesante stop. Giovedì 18 marzo si terrà una riunione straordinaria dell’Ema su AstraZeneca, nell’attesa continuiamo ad accumulare ritardi nella campagna vaccinale che si tradurrà in ulteriori contagi e vittime da Covid. Ritardi che non potevamo e non ci possiamo permettere in un contesto in cui gran parte dei soggetti fragili sono ancora in attesa della prima dose, a differenza di altri paesi europei dove sono già stati vaccinati.

Dobbiamo tenere conto che questa vicenda ha drammaticamente inclinato la fiducia (già precaria) verso i vaccini. Quante persone che avrebbero dovuto vaccinarsi in questi giorni lo faranno lo stesso? Per fare un esempio le disdette di prenotazioni per il vaccino AstraZeneca in Toscana, dopo l’annuncio dell’Aifa di sospensione del singolo lotto in seguito ad alcuni eventi avversi dello scorso 12 marzo, sono state 4.178 su 33.615 prenotazioni fatte, a cui si aggiungono dal pomeriggio del 15 al 21 marzo prossimo, la sospensione di 34mila prenotazioni in tutto. Se ripartiranno le vaccinazioni con AstraZeneca quante persone lo rifiuteranno per paura e sfiducia?

Ci sono poi i divulgatori scientifici che, soprattutto sui social, stanno portando avanti una comunicazione attenta, chiara e basata sui dati scientifici sull’efficacia e sull’importanza delle vaccinazioni (nonostante ci siano ancora scienziati che si scontrano sui social o si rincorrono nelle dichiarazioni in tv). Attività che appare tanto come una lotta donchisciottesca contro i mulini a vento, non più rappresentati solo dai negazionisti o dai no-vax ma da scelte politiche e da un pesante silenzio istituzionale. Basteranno le prossime evidenze scientifiche e le statistiche per ridare fiducia ai vaccini e alla campagna vaccinale in corso?

L’unica cosa certa è che da oggi in poi la campagna vaccinale, oltre ad una programmazione attenta e scandita, dovrà essere affiancata da una comunicazione istituzionale chiara, approfondita, empatica verso i cittadini e basata sui dati scientifici per ripartire. Non possiamo più tollerare ritardi, incertezze, silenzi istituzionali o altri pesanti lockdown, non andrà tutto bene se non agiamo concretamente verso questa direzione.

Fonti e approfondimenti utili:
Il Post –   Cosa dicono i dati su AstraZeneca: https://www.ilpost.it/2021/03/15/dati-sicurezza-vaccino-astrazeneca/
Il Post – L’AIFA ha sospeso per precauzione l’uso del vaccino di AstraZeneca: https://www.ilpost.it/2021/03/15/laifa-ha-sospeso-per-precauzione-luso-del-vaccino-di-astrazeneca/

Scienza in rete – Astra Zeneca: qualche numero in attesa della decisione EMA: https://www.scienzainrete.it/articolo/astra-zeneca-qualche-numero-attesa-della-decisione-ema/associazione-italiana-di

Valigia Blu – COVID-19, i ritardi nella produzione dei vaccini e la questione dei brevetti: https://www.valigiablu.it/covid-produzione-brevetti-vaccini/

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