Lo scorso 17 febbraio la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone e il presidente dell’Accademia della Crusca di Firenze, Claudio Marazzini, hanno sottoscritto un accordo per favorire il buon uso della lingua italiana nelle comunicazioni tra amministrazione e cittadini, per l’uso di un italiano più comprensibile e che metta da parte il burocratese sia negli atti che nei documenti e nella corrispondenza della pubblica amministrazione. Da questo accordo nasce una collaborazione che ha come obiettivo la creazione di studi e ricerche sull’uso della lingua italiana nella pubblica amministrazione e organizzare, anche insieme ad altri istituti, corsi di aggiornamento, oltre ad elaborare e proporre suggerimenti in tema di semplificazione, chiarezza e omogeneità dei testi.

Si tratta di un nuovo tassello che va ad aggiungersi al percorso contro il burocratese della PA che va avanti ormai da alcuni anni. In linea con questo obiettivo vi segnalo la Guida al linguaggio della Pubblica Amministrazione prodotta dal team per la trasformazione digitale e l’Agenzia per l’Italia Digitale – AGID. E’ uno strumento per aiutare a creare e gestire i contenuti dei siti web o altri servizi digitali pubblici. La guida è divisa in tre parti:

  • un glossario con le parole della PA,
  • dei suggerimenti di scrittura, su come scrivere, strutturare e gestire i contenuti online per renderli di facile utilizzo agli utenti,
  •  una guida al tone of voice da usare sui siti web della PA in base alle diverse attività da svolgere o ai bisogni del cittadino.

Secondo voi, una iniziativa di questo tipo potrebbe essere applicata anche alla protezione civile e ai messaggi che diffonde? Ci sono termini che il cittadino non comprende fino in fondo? Come possiamo rendere più comprensibili quegli approfondimenti sui rischi o i messaggi dedicati alle allerte meteo? Un glossario della protezione civile e delle emergenze condiviso a livello nazionale potrebbe essere utile sia al cittadino per comprendere meglio i messaggi che fruisce che per gli addetti ai lavori, come i tanti comunicatori, social media manager o uffici stampa che non hanno competenze specifiche sulla protezione civile ma che si trovano a produrre messaggi, comunicati stampa o post sui social network in occasione di allerte meteo o di altre emergenze.

So bene che alcuni progetti di questo tipo sono stati adottati e sviluppati su iniziative di singole realtà come associazioni o istituzioni ma quanto sarebbe utile avere un glossario condiviso a livello nazionale che vada a ricalcare anche gli obiettivi che sono stati al centro del percorso SocialProCiv?

Cosa ne pensate?

[Foto: Pixabay/lil_foot_]