Conoscere i rischi del nostro territorio e i comportamenti di autoprotezione da adottare sono un tassello fondamentale della prevenzione. Sempre più spesso, questa attività viene portata avanti sfruttando le nuove tecnologie che abbiamo a disposizione come i social network, le applicazioni per smartphone ma anche la realtà virtuale. Proprio su questa tecnologia che permette di simulare situazioni reali è nato “Sisma VR”, il progetto di Lares Italia cofinanziato dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per conoscere il rischio sismico. Con Andrea Santoro, Consigliere Nazionale di Lares Italia, ho approfondito come funziona e il percorso di sviluppo.
Come è nato il progetto Sisma VR?
Uno degli aspetti di cui Lares Italia si occupa all’interno del sistema nazionale di protezione civile è la diffusione e la conoscenza dei rischi. Le nostre attività sono rivolte ai cittadini, in particolar modo al mondo delle università e delle scuole superiori. Uno dei nostri progetti storici è “SicuraMente”, che si basa principalmente sull’utilizzo di una piattaforma didattica web-based dedicata alla conoscenza dei rischi naturali. Desideravamo però qualcosa che ci permettesse di far vivere l’esperienza concreta di un fenomeno naturale. Ecco perché ci siamo affidati all’utilizzo della realtà virtuale, tecnologia in grandissima espansione, con l’obiettivo di rendere il più realistico possibile il contenuto delle nostre lezioni.
Che esperienza viviamo attraverso il visore?
Abbiamo pensato ad un evento che potrebbe accadere in qualsiasi momento: il terremoto. Ci siamo concentrati quindi su un’esperienza immersiva ambientata all’interno di un appartamento. Indossato il visore entriamo nella sala da pranzo e nella cucina. Per attivare la sequenza dobbiamo semplicemente posizionare una teiera sul piano cottura, ciò farà innescare la scossa. In questa prima fase vivremo un sisma senza nessun dispositivo di sicurezza e senza nessun accorgimento preventivo, come ad esempio i mobili ancorati alle pareti, e non adotteremo nessun comportamento idoneo, come mettersi al riparo sotto un tavolo. Insomma andremo a vivere quello che potrebbe succedere senza adottare le norme minime di sicurezza. Dopo questa prima fase, lo scenario si riavvia e la voce narrante che ci guida in questa esperienza ci indicherà alcune azioni da compiere, come ad esempio mettere in sicurezza alcuni oggetti e fissare i mobili alle pareti. In più, dopo aver riposizionato la teiera sul piano cottura e innescata la scossa, ci verranno indicatele safe zone, come ad esempio i muri portanti, l’area sotto il tavolo, e le zone meno sicure.
Che reazioni volete provocare con questa esperienza?
Come per la “Stanza Sismica”, presente nel percorso espositivo della Mostra Terremoti d’Italia del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile di cui Lares Italia è partner, lo scopo non è quello di incutere paura o generare ansia. Attraverso questa esperienza si vuole bensì costruire una reale consapevolezza, soprattutto nelle persone che non hanno mai vissuto un evento di questo tipo, su quello che può accadere e soprattutto su cosa possiamo fare per proteggerci prima e durante un terremoto.
Avete riscontrato criticità durante lo sviluppo?
Dopo l’ideazione di questo progetto, abbiamo cercato su tutto il territorio nazionale un’azienda che avesse esperienza nella progettazione e sviluppo di ambienti mediante l’utilizzo della realtà virtuale e che potesse seguirci passo dopo passo. Abbiamo così individuato Uqido, azienda all’avanguardia nel settore. Inoltre, visto l’obiettivo e il tema delicato, nel team è stata coinvolta una ricercatrice esperta in neuroscienze. Questa attenzione si è rilevata fondamentale, infatti ciò ci ha permesso di costruire un’esperienza dal grande impatto emotivo, come quella del terremoto, evitando di veicolare messaggi scorretti e senza scatenare nell’utente reazioni negative.
La fase più difficile è stata certamente quella di riportare le sensazioni, le informazioni e i suoni di un terremoto agli ingegneri che hanno seguito lo sviluppo della grafica, del suono e degli effetti, proprio perché anch’essi non avevano mai vissuto un sisma.
Avete avuto modo di testare Sisma VR?
A causa della pandemia non abbiamo avuto ancora modo di testare la tecnologia direttamente nelle scuole. I nostri soci hanno però utilizzato i visori, in occasione del nostro primo meeting nazionale “Field Training” tenutosi l’ottobre scorso a Foligno (PG). Nelle prossime settimane avremo delle lezioni in presenza in alcune scuole superiori toscane in cui faremo provare, in totale sicurezza e nel rispetto delle norme anti Covid-19, l’esperienza del “Sisma VR”. Queste classi saranno il nostro primo banco di prova, anche perché naturalmente prima di questa esperienza “concreta” abbiamo portato avanti gli incontri previsti dal progetto “SicuraMente” esclusivamente in modalità DaD (Didattica a Distanza).
Quali saranno i prossimi passi?
L’esperienza che viviamo attraverso il visore e la realtà virtuale è ancora parziale perché non coinvolge tutti i sensi, manca ancora la percezione fisica del sisma. Per questo motivo, in futuro, vorremmo integrare il visore nella Stanza Sismica della Mostra Terremoti d’Italia in modo da offrire una esperienza totalmente immersiva, ecco perché confidiamo nel sostegno del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile con cui abbiamo già iniziato le necessarie interlocuzioni.
Foto e video: Lares Italia