Marta Naldini, alcuni mesi fa mi contattò per avere alcuni consigli sulla bibliografia per la tesi di laurea, oggi dopo aver conseguito la laurea in Comunicazione Pubblica e d’Impresa all’Università di Bologna torna sul blog per raccontarci il suo lavoro con la Protezione Civile di Firenze sulla prevenzione e la comunicazione in tempo di pace.

Come è nato questo progetto di tesi?

Marta Naldini

Marta Naldini

L’idea mi è venuta per caso mentre ero in auto con mio padre e ho visto un messaggio di allerta che invitava ad evitare i sottopassi sopra ad un pannello a messaggio variabile e lì mi sono chiesta: so come comportarmi in situazioni di emergenza? Se si dovesse verificare un forte temporale, so quali comportamenti mettere in pratica? Mi sono sentita impreparato, così ho fatto la stessa domanda a mia nonna che ha vissuto l’alluvione di Firenze del ’66 e ho ricevuto la mia stessa risposta incerta. Da qui è nato il mio tirocinio alla protezione civile del Comune di Firenze, dove ho potuto approfondire i mezzi di comunicazione che utilizzano per interfacciarsi con i cittadini e le attività comunicative che mettono in pratica sia di tipo preventivo che emergenziale. Su questo e sulla percezione che i cittadini hanno della protezione civile ho portato avanti la mia tesi. Forse se non ci fosse stato il semaforo rosso che mi ha permesso di vedere il pannello a messaggio variabile non sarebbe nato nulla di tutto questo.

Che attività svolge la Protezione Civile del Comune di Firenze?

Portano avanti parallelamente tante attività in ambito di prevenzione, sia sul sito web che sui canali social (Facebook, Twitter, Instagram e il bot di Telegram). Svolgono lezioni frontali nelle scuole per spiegare che cos’è la protezione civile ai bambini e i comportamenti da adottare per i diversi rischi a cui poi si aggiungono la distribuzione di volantini e le attività di comunicazione legate a Io Non Rischio.

Su che aspetti hai focalizzato la tua analisi?

Dopo il tirocinio ho deciso di fare prima una intervista all’operatore che segue le attività di comunicazione interna ed esterna e subito dopo ho costruito un questionario online da somministrare ai cittadini. Ho specificatamente chiesto se conoscessero la protezione civile e le norme di comportamento da adottare in caso di alluvione o terremoto e se avevano anche dei consigli per migliorare l’attività di comunicazione. Il campione non è rappresentativo, hanno risposto circa 150 fiorentini, ma è molto eterogeneo nelle sue caratteristiche sociodemografiche. Dalle risposte è emerso che più della metà del campione non sa come comportarsi in emergenza e questo indica come i cittadini siano abbastanza disinformati nei confronti delle attività di prevenzione.

Come possiamo migliorare questo risultato?

Secondo me dobbiamo insistere con l’educazione nelle scuole e spero che con l’introduzione dell’educazione civica e la protezione civile nei programmi scolastici si possa fare un ulteriore passo in avanti verso una maggiore conoscenza dei rischi. Credo che sia necessario fare progetti che non siano solo frontali ma che coinvolgano praticamente i bambini e i ragazzi. Una partecipazione attiva e consapevole può renderli più proattivi verso la comunicazione del rischio e sapere quali comportamenti adottare. Oltre a questo credo sia fondamentale promuovere le pagine sui social network della protezione civile, coinvolgendo i cittadini nel dialogo online chiedendo loro cosa vogliono e cosa si aspettano da questa comunicazione in tempo di pace. Spero poi che nel settore della protezione civile prenda sempre più campo la figura del comunicatore pubblico per curare e rafforzare questi aspetti.

Dopo questa esperienza che obiettivi ti sei posta? Pensi di continuare a coltivare questo interesse per la protezione civile?

Sì, questa esperienza è stata molto positiva e mi ha permesso di imparare tante cose, per questo se ci fosse la possibilità vorrei continuare a collaborare con la protezione civile del Comune di Firenze. Ho proposto un progetto per le scuole che mi piacerebbe mettere alla prova proprio per rafforzare la conoscenza dei rischi.

 

[Foto copertina: Comune di Firenze]