Martedì 25 gennaio si è svolta ad Avigliano (TO) una nuova esercitazione (pilot) per FASTER (First responder Advanced technologies for Safe and efficienT Emergency Response) progetto del programma europeo Horizon 2020. Già lo scorso anno vi avevo parlato di questo progetto e della prima esercitazione che si era svolta a Moncalieri con l’obiettivo di testare nuove tecnologie a supporto della gestione dell’emergenza come droni, una chat Telegram e strumenti “textiles”. Anche in questo caso, l’obiettivo è stato quello di testare tecnologie innovative e di ricerca applicata utili al miglioramento della risposta organizzata del sistema in caso di eventi alluvionali in prossimità di un’ansa del fiume Dora Riparia.
L’esercitazione
Nel complesso le attività del pilot hanno visto impegnate 131 persone tra operatori del soccorso, volontari appartenenti al Coordinamento regionale del Volontariato, al Corpo regionale Aib, all’Anc, Associazione Nazionale Carabinieri, ed alla Croce Rossa. Presenti anche tecnici dei partner del progetto, del Csi-Piemonte, di Arpa Piemonte e dei settori Geologico e Protezione civile della Regione Piemonte. Tutti i partner internazionali (provenienti da Portogallo, Francia, Spagna, Grecia, Polonia e Finlandia) del progetto erano collegati in modalità “da remoto” e in videoconferenza, supportando le varie attività di test che sono state condotte.
Il chatbot
Di particolare rilievo l’esperimento di uso massivo del Chatbot Faster (sviluppato dalla Fondazione Links, Csi Piemonte ed il settore regionale della protezione civile), uno strumento che permette un più rapido scambio di informazioni dal territorio verso la sala operativa regionale e viceversa e che ha visto la dislocazione sul territorio di volontari in 13 differenti località del Piemonte.
Lo strumento di messaggistica rapida Chatbot Faster ha permesso di trasmettere e ricevere in tempo reale i documenti multimediali (immagini, video, audio) acquisiti sul posto dagli operatori del soccorso direttamente ai centri di comando e ottenere così un quadro di maggior dettaglio sulla situazione in atto, per poter meglio orientare la risposta operativa dove maggiori sono le criticità segnalate.
Le tecnologie testate
Il programma del pilot ha previsto la sperimentazione e l’uso di tecnologie anche “Textiles”, ovvero da indossare, che permettono il controllo in telemetria di parametri ambientali e biometrici dei soccorritori presenti sullo scenario emergenziale, sviluppati dall’Università della West Attica (Uniwa, Grecia). A questi si aggiungono una stazione meteorologica wireless, sviluppata dal partner portoghese Inov; strumenti cartografici di visualizzazione di tutte le informazioni disponibili relative allo scenario emergenziale in versione desktop e portatile (sviluppato da Eng di Palermo); droni per il sorvolo delle aree dello scenario emergenziale, con immediata trasmissione in “real time” delle immagini acquisite ai centri di comando e sale operative di protezione civile attivate sul territorio; applicativi capaci di rilievi 2D e 3D, installati a bordo dei droni per mappature di grande precisione sulle aree colpite da danni conseguenti ad eventi naturali ed antropici, sviluppati dal partner greco del Certh di Salonicco (Grecia) ed un modulo “Social”, che permette tramite sistemi di intelligenza artificiale di catalogare e mappare informazioni distribuite sugli strumenti “Social” (in particolare Twitter), sviluppato da Links Foundation di Torino.